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Romania

Una stella nascente

Con la loro attuale curva di crescita, il livello di terapia per ictus in Romania assumerà sicuramente un aspetto diverso negli anni a venire.
Angels team 31 ottobre 2017

According to the burden of Stroke report, in 2015 only 1% of Romanian stroke patients had access to treatment in Stroke units. In the absence of robust epidemeological data it is estimated that Romania would need to establish around 100 stroke ready hospitals in order to provide all Romanian Stroke patients the opportunity to receive the care that they deserve.

Ciò che abbiamo riscontrato in molti Paesi in via di sviluppo è che in genere ci sono ottime ragioni che giustificano una determinata situazione; tuttavia, abbiamo anche visto che l’obiettivo di una drastica crescita è raggiungibile quando le persone giuste si sentono entusiaste e consacrate alla causa. Ad esempio, nel 2010 la Thailandia disponeva di due stroke unit, una a Bangkok e una a Phuket. In seguito ad un processo sistematico che prevedeva l’aggiunta di 15-20 ospedali attrezzati per l’ictus all’anno, la Thailandia è stata in grado di istituire più di 100 ospedali attrezzati per l’ictus e fornire un’adeguata copertura geografica per l’intero Paese. Nella nostra precedente edizione, abbiamo fatto riferimento alla Polonia che è riuscita a far crescere il numero dei centri ictus passando da una piccola manciata nel 2010 fino agli attuali 170 centri.

L’aumento dell’1% potrebbe sembrare un compito scoraggiante, ma è una sfida che un gruppo di professionisti in Romania ha affrontato coraggiosamente. La comunità rumena per l’ictus, organizzata dalla dott.ssa Cristina Tiu, è riuscita a mettere insieme una piccola ma forte comunità con un approccio unificato e un obiettivo finale: cambiare il volto della terapia per ictus nel Paese.
 

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Dr Cristina Tiu


La comunità ha iniziato con 4 ospedali attrezzati per l’ictus a cui facevano riferimento i pazienti delle aree circostanti. Tuttavia, erano consapevoli che accontentarsi solo di 4 ospedali attrezzati per l’ictus non sarebbe stato sufficiente. Il loro obiettivo di aumentare il numero degli ospedali attrezzati per l’ictus doveva essere affrontato con coraggio e precisione. Da quando hanno stabilito il loro obiettivo, non hanno mai trovato scuse ed hanno investito infinite energie per far crescere la comunità dedicata all’ictus in Romania. La dott.ssa Tiu ha sistemato, riorganizzato e guidato una comunità unificata dedicata all’ictus, incoraggiando tutti a collaborare per migliorare la qualità della terapia per ictus in Romania. Come comunità sono rimasti concentrati e dedicati, senza deviare o rinunciare a ciò che vogliono ottenere.

All’inizio di quest’anno, la Romania è riuscita a raddoppiare il numero di centri ictus nel Paese raggiungendo un totale di 10 centri. Questo non è stato un risultato facile da raggiungere poiché ci sono state delle difficoltà lungo il percorso, tuttavia con l’introduzione dell’iniziativa Angels e con l’aiuto dell’angelo locale, Ligia Bălănean, lo spirito e la motivazione sono sempre stati ai massimi livelli. Sono già stati identificati altri 8 ospedali che stanno lavorando intensamente con il team della dott.ssa Tiu per essere riconosciuti come centri attrezzati per l’ictus. Molti ospedali hanno anche iniziato a raccogliere dati relativi al trattamento dell’ictus nel registro ResQ e a maggio, in occasione del congresso ESOC, l’ospedale clinico di emergenza di Oradea è stato uno dei primi ospedali ad aver conquistato l’ambito premio Oro ESO Angels per la qualità del trattamento sulla base dei loro dati ResQ. Il team ha tenuto un corso di formazione per infermiere della stroke unit a cui hanno partecipato infermieri di tutto il Paese, con simulazioni su manichino per ottimizzare i rispettivi percorsi di trattamento.



Con la loro attuale curva di crescita, il livello di terapia per ictus in Romania assumerà sicuramente un aspetto diverso negli anni a venire.

A nome di ogni paziente che riceverà una terapia per ictus ottimale in Romania, vorremmo ringraziare la comunità rumena per l’ictus per aver lottato contro tutte le difficoltà per offrire una seconda possibilità di vita.

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