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Spagna

Unificazione del programma nel sud della Spagna

Riunione multidisciplinare fra esperti di cura dell’ictus provenienti dalle regioni di Cadice, Cordova, Huelva e Siviglia.
Angels team 14 dicembre 2018
“La più grande difficoltà nella cura dell’ictus nella regione di Cadice e dell’Andalusia è dovuta alla vastità della regione caratterizzata da una popolazione molto disseminata e i pazienti colpiti da ictus hanno difficoltà a raggiungere in tempo l’ospedale giusto. È quindi molto importante che tutti i professionisti conoscano perfettamente il protocollo per l’ictus affinché il paziente venga trattato tempestivamente”, ha dichiarato il dott. Miguel Moya, capo del reparto di neurologia dell’Ospedale universitario Puerta del Mar in Spagna.
 
 
Nel tentativo di affrontare questo problema, gli operatori sanitari addetti alla cura dell’ictus nelle regioni di Cadice, Córdoba, Huelva e Siviglia si sono riuniti il 9 novembre 2018 per un incontro multidisciplinare sulla formazione degli istruttori. Organizzato dal dott. Miguel Moya e dalla consulente Angels spagnola Lola Beltrán, l’evento ha visto intervenire 85 partecipanti provenienti da 19 ospedali e centri di pronto soccorso situati nel sud della Spagna. 
 
L’evento ha avuto un esito spettacolare: neurologi, specialisti di medicina interna, medici d’urgenza, infermieri, radiologi ed equipaggi delle ambulanze hanno collaborato all’insegna dell’iniziativa Angels, descrivendo la situazione relativa alla cura per l’ictus nelle rispettive regioni e condividendo esperienze, ostacoli affrontati, soluzioni e idee per migliorare. 


 
Il workshop è iniziato con un aggiornamento sul progetto Angels, quindi i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi che, a rotazione, hanno partecipato a tre sessioni parallele riguardanti 1) la gestione pre-ospedaliera dei pazienti con ictus e l’importanza dell’attivazione del codice ictus, 2) la fase decisionale clinica, 3) l’analisi delle immagini TC e 4) una sessione molto pratica per la gestione del percorso dell’ictus. Abbiamo analizzato la possibilità di implementare il modello di Helsinki, concentrandoci sulle quattro azioni prioritarie che hanno dimostrato di ridurre i tempi di trattamento. 
 
Le quattro azioni prioritarie sono: 
1. Pre-notifica dall’ambulanza all’ospedale giusto
2. Trasporto del paziente direttamente sul lettino per TC
3. Trattamento del paziente nella sala per TC
4. Priorità ai campioni di sangue per ottimizzare il tempo dall’arrivo in ospedale al trattamento
 
Siamo stati lieti di osservare che tutte le sessioni hanno ottenuto una partecipazione vivace e creativa. I partecipanti non hanno avuto problemi a porre domande o a prendere parte a discussioni (a volte accese) finalizzate a migliorare i risultati per i pazienti. A fine giornata, l’intero gruppo ha presentato una grande varietà di progetti interessanti e idee entusiasmanti per tutte le diverse fasi di gestione dell’ictus.  


 
Il team ha concluso che tutte le regioni coinvolte trarrebbero beneficio da un’ulteriore formazione volta a migliorare i servizi di emergenza, poiché spesso il trattamento inizia proprio dal servizio di emergenza che deve attivare il codice ictus e trasportare il paziente all’ospedale giusto. Considerando che la pre-notifica dell’ospedale è un’azione già altamente protocollata e che il prelievo di sangue rientra già nelle responsabilità dell’equipaggio dell’ambulanza, la successiva priorità di miglioramento prevedeva di inserire nel protocollo la possibilità di trasportare i pazienti colpiti da ictus direttamente al lettino per TC. Per un follow-up concreto, sono stati pianificati diversi workshop finalizzati a migliorare i protocolli di emergenza nelle regioni di Cordoba, Cadice e Siviglia.
 
I partecipanti hanno quindi segnalato la necessità di migliorare le conoscenze da parte degli infermieri sulla gestione dei pazienti colpiti da ictus e, con il supporto dell’iniziativa Angels, è stata avviata la pianificazione di un corso di formazione regionale per infermieri a Cadice, coinvolgendo infermieri dei servizi di emergenza, del pronto soccorso e di assistenza primaria.
Abbiamo anche ricevuto numerose richieste per iniziare o continuare a collaborare con il personale delle stroke unit di vari ospedali allo scopo di migliorare i singoli protocolli, concentrando l’attenzione sull’implementazione delle azioni prioritarie, sulla conduzione di simulazioni e riunioni multidisciplinari, sulla creazione di reti di cura dell’ictus e sull’organizzazione di corsi di formazione pertinenti. 
 
Ma, soprattutto, abbiamo avuto la percezione che questo incontro abbia creato un forte senso di comunità tra i professionisti esperti nella cura dell’ictus nella regione meridionale della Spagna, se consideriamo la quantità di risate, lo scambio di numeri di telefono e i selfie scattati durante la giornata. Per sfruttare questo momento, abbiamo deciso di creare rapidamente un canale Basecamp dedicato a questa regione, affinché tutti possano rimanere in contatto e continuare a condividere conoscenze, materiali ed esperienze. Fino ad oggi, rimane uno dei gruppi Basecamp più attivi che abbiamo.  
 
Poiché sono stati instaurati dei rapporti tra gli specialisti esperti nel trattamento dell’ictus in tutta la regione, è facile osservare che tutti stanno iniziando a remare nella stessa direzione in maniera più compatta. Non vediamo l’ora di riferire gli impatti positivi che verranno indubbiamente generati da questa nuova comunità. 

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