Il dott. Marcello Naccarato e il prof. Paolo Manganotti dell’Ospedale Universitario di Trieste descrivono come l’adesione all’Iniziativa Angels li abbia aiutati a ottimizzare il percorso della cura dell’ictus in una delle prime stroke unit italiane.
La stroke unit di Trieste è stata creata nel 1991 ed è stata tra le prime in Italia. Dal 2005 in poi abbiamo iniziato a trattare i pazienti colpiti da ictus ischemico acuto con trombolisi e abbiamo partecipato allo sviluppo di programmi terapeutici dedicati all’ictus nella regione Friuli-Venezia-Giulia.
Nel 2015, grazie ai programmi di monitoraggio locali e regionali su reti time-dependent, è stato lanciato un nuovo protocollo regionale sull'ictus (PDTA) ed è stata avviata la trombectomia. Il protocollo regionale ha tenuto conto delle caratteristiche geografiche e fisiche che sono peculiari dell’area di confine in cui si trova Trieste.
Di conseguenza, la regione Friuli-Venezia-Giulia è diventata rapidamente una delle principali regioni italiane nella somministrazione della trombolisi, con un enorme contributo dell'area di Trieste, dove il tasso di ricanalizzazione è cresciuto dal 7% dei pazienti ricoverati colpiti da ictus ischemico al 27%. Anche il tasso di ricoveri nella stroke unit per ictus acuto è cresciuto e attualmente il 70% di tutti i pazienti colpiti da ictus acuto è ricoverato nel reparto di neurologia.
Nel 2018 abbiamo iniziato la bellissima esperienza con Angels, che ci ha permesso di rivalutare il percorso interno della cura dell’ictus e di migliorarlo effettuando simulazioni e attivando un gruppo di lavoro dedicato che coinvolge neurologi, infermieri professionali, radiologi, pronto soccorso e servizi medici di emergenza.
Le principali modifiche derivanti dalle simulazioni e dalle riunioni sono state:
1. Notifica preospedaliera di pazienti con sospetto ictus;
2. Valutazione precoce da parte del neurologo all’arrivo in pronto soccorso;
3. Accesso prioritario del paziente alla sala TC;
4. Processo decisionale (trombolisi/trombectomia) in sala TC;
5. Inizio del trattamento prima dell’arrivo dei risultati degli esami del sangue, quando possibile, in base al caso di ictus;
6. Percorso condiviso con il territorio per un maggiore accesso ai trattamenti per l’ictus ischemico acuto nell’area circostante;
7. Frequenti incontri per rivedere le scelte fatte e valutare il percorso per ciascun paziente ricoverato;
Partecipando al progetto Angels, è stato possibile ridurre i tempi door-to-needle (tutti i pazienti vengono trattati con trombolisi entro 60 minuti, e molti entro 45 minuti) e i tempi tra l’arrivo in ospedale e l’inizio della puntura all'inguine (nella maggior parte dei casi meno di 90 minuti). Inoltre, abbiamo osservato un aumento del numero di trombectomie eseguite, un aumento del numero di trombolisi e dei pazienti ricoverati nella stroke unit, riducendo anche il tasso di mortalità e invalidità alla dimissione.
Attualmente godiamo del livello Platino nel programma Premi Angels ESO, ma siamo consapevoli che dobbiamo ancora apportare molti miglioramenti.
L’esperienza acquisita nel corso degli anni ci ha infine consentito di sviluppare percorsi ad hoc anche durante la pandemia, per garantire la correttezza delle cure e la giusta tempistica per tutti i pazienti. Tutto il lavoro svolto e i progressi compiuti sono stati possibili solamente grazie alla dedizione di tutto il personale coinvolto: i nostri sentiti ringraziamenti quindi vanno agli infermieri, agli operatori sanitari, ai medici, ai logopedisti, ai fisioterapisti, ai radiologi e ai tecnici di radiologia e angiografia.
Infine, un enorme grazie ad Angels!