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Italia

Oro puro | Il valore della collaborazione in tempi di crisi

Questo team motivato ha dimostrato di essere all’altezza della più grande sfida per la salute pubblica in oltre un secolo.
Angels team 23 novembre 2021

Nessuno si sarebbe aspettato che il personale di una stroke unit in una regione italiana in piena emergenza Covid, la Lombardia, potesse dare prova di una tale efficienza. Ma agli Spedali Civili di Brescia, un numero di interventi pre-pandemia insieme alla stretta collaborazione tra neurologi e neuroradiologi interventisti hanno avuto la meglio.

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Il personale della stroke unit: Nicola Gilberti, Daniele Vanoni, Mara Cleric, Cristina Arrighini, Luisa Stanco, Veronica Vergani, Anna Protopapa, Mauro Magoni.


Nella Regione Lombardia la guerra è scoppiata il 21 febbraio 2020.

Nel giro di qualche giorno scuole, negozi e ristoranti hanno iniziato a chiudere i battenti e il sindaco di Milano ha chiuso gli uffici pubblici. Dopo altre due settimane, tutta l’Italia sarebbe sprofondata in un lockdown durato due mesi, una settimana e due giorni.

Nel giro di 24 ore Codogno, una cittadina a sud di Milano dove viene confermato il primo caso di Covid-19 contratto nei confini nazionali, diventa l’epicentro della pandemia di Covid-19 in Europa. Il paziente n. 1 è sopravvissuto, ma decine di migliaia di persone non ce l’hanno fatta, mentre il virus si diffondeva nelle province di Brescia e Bergamo prima di aprirsi un devastante varco nelle regioni meridionali meno ricche.

A nord-est di Codogno, distanti una corsa di autobus da 6 euro, gli Spedali Civili di Brescia hanno dovuto sopportare il peso di un sistema sanitario improvvisamente sovraccarico. Tra il 1° marzo e il 31 maggio, oltre 500 lavoratori del settore sanitario impiegati presso l’ospedale sono risultati positivi al Covid-19, con medici e infermieri tra i soggetti più colpiti. I servizi medici di emergenza della Lombardia (l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza, AREU) stavano combattendo una dura battaglia ma non mollavano, mentre le chiamate aumentavano vertiginosamente e i pazienti affollavano le corsie degli ospedali.

Covid-19: uno spartiacque nel percorso di gestione dell’ictus

Policlinico universitario con oltre 1.500 letti, l’Azienda Spedali Civili di Brescia ha annoverato tra i recenti successi un notevole aumento del numero di pazienti con ictus acuto che avevano tratto vantaggio dalla trombolisi sistemica e dalla trombectomia endovascolare.

L’U.O. di Neurologia Vascolare, istituita nel 2005, è il centro di riferimento per la gestione dell’ictus acuto dell’intera provincia di Brescia, un vasto territorio con circa 1.000.000 di abitanti. Il crescente tasso dei trattamenti di ricanalizzazione offerti ai pazienti colpiti da ictus è stato in parte dovuto all’ampliamento delle finestre temporali e delle indicazioni cliniche per queste terapie, ma un ruolo ugualmente importante è stato svolto dall’operatività 24 ore su 24 del Reparto di Neurologia, dalla disponibilità di infermieri specializzati nella cura dell’ictus e soprattutto nella stretta collaborazione tra neurologi e neuroradiologi interventisti, che ha facilitato la valutazione della diagnostica neurologica per immagini, compresa quella proveniente dagli ospedali periferici a qualsiasi ora del giorno.

In quel momento, tuttavia, gli Spedali Civili di Brescia somigliavano a una zona di guerra, in quanto i medici combattevano fianco a fianco contro il virus che imperversava in Lombardia come uno tsunami. Non solo l’accesso al Pronto Soccorso era estremamente limitato, ma molti casi di ictus tra i pazienti positivi per Covid presentavano una prognosi più sfavorevole rispetto ai pazienti non infettati dal virus.

La necessità di differenziare i pazienti con e senza virus ha reso la gestione dell’ictus acuto estremamente complessa, determinando l’attivazione di protocolli specifici per i pazienti con ictus. Ciò ha implicato la separazione dei percorsi e la creazione di un percorso “grigio”, dal DEA alla stroke unit, in cui è stata allestita una sala separata per i pazienti che aspettavano il risultato del tampone.

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Raggiungere l’eccellenza durante una crisi

Al culmine della crisi, nessuno poteva prevedere che un ospedale nell’Italia settentrionale colpita dalla pandemia potesse ottenere alla fine dell’anno un premio per l’eccellenza nella gestione dell’ictus. Eppure, alla fine del 2020 il personale della stroke unit degli Spedali Civili di Brescia si è aggiudicato il suo primo premio Angels ESO, ottenuto nel 4° trimestre quando le morti da Covid in Italia avevano raggiunto un picco di quasi 1.000 persone al giorno. Nel corso di un anno che aveva messo alla prova oltre misura i servizi sanitari, l’ospedale aveva somministrato terapie di ricanalizzazione a non meno di 162 pazienti, compresi 73 interventi di trombectomia endovascolare, registrando tempi tra l’ingresso in ospedale e il trattamento che sono rientrati nei criteri per ottenere il livello Oro.

Il dott. Nicola Gilberti attribuisce questo successo inatteso alle modifiche apportate nel corso di diversi anni al percorso di gestione dell’ictus che hanno ridotto i tempi di trattamento. Tra queste spiccano la prenotifica al neurologo di turno da parte del centro operativo dell’AREU, con la quale si informa dell’arrivo di un probabile caso di ictus, la visita del paziente da parte di un neurologo al triage, l’immediata valutazione collegiale del referto TC da parte del neurologo e del neuroradiologo interventista per un processo decisionale terapeutico ottimale e, se il caso clinico lo consente, l’inizio della trombolisi prima di ottenere i referti delle analisi ematochimiche.

L’avventura continua

“Nonostante tutto, e grazie al supporto di Angels, era nostra intenzione continuare a ottimizzare il percorso di gestione dell’ictus”, spiega il dott. Gilberti. “Questo ha significato creare uno spazio per organizzare riunioni dove discutere i casi clinici, adottare simulazioni pratiche che ci consentissero di identificare potenziali azioni di miglioramento, formare gli infermieri della stroke unit e partecipare ai programmi di monitoraggio nazionale come MonitorISA e a programmi internazionali come i premi Angels ESO”.

Avendo dimostrato il proprio valore in tempi di crisi, il personale della stroke unit degli Spedali Civili di Brescia prosegue la sua strada per migliorare ulteriormente la gestione dei casi di ictus. I tempi door-to-treament sono rimasti stabili al livello richiesto per ottenere lo stato Oro, ma i responsabili riconoscono che il passaggio a uno stato più alto potrebbe richiedere modifiche sostanziali dell’organizzazione funzionale e strutturale dell’ospedale.

Tuttavia, la risorsa più importante è già pronta: un team motivato che si è mostrato all’altezza nella più grande sfida nel campo della salute pubblica da oltre un secolo.

 

 

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